Da "Leggere fantastico"
1. Ciao Francesca e benvenuta sul blog. Vuoi parlarci un po di te per farti conoscere ai nostri
lettori?
Grazie Francy, volentieri! Sono nata a Milano, 36 anni fa: maturità classica, una
laurea in pubbliche relazioni e un master in copywriting. Da 6 anni sono sposata
con Mario, abbiamo un simpaticissimo Jack Russel “pazzo”, Frankie, e di lavoro
faccio la copywriter. Adoro i cavalli, gli animali in generale, dipingere e…
scrivere!
2. Come e quando è iniziata la tua passione per la scrittura?
Da bambina mi divertivo a inventare storie fantastiche, con protagonisti i soliti
personaggi fuori dal comune: maghi, fate, folletti, creature dotate di poteri
straordinari… Di sicuro mi erano di ispirazione le favole che mio papà mi
raccontava per farmi addormentare, come quelle di Le mille e una notte, di
Andersen e di Walt Disney. Ma i miei primi tentativi di scrittura non sono stati racconti,
bensì poesie. Poi a 13 anni ho iniziato la mia prima stesura di un romanzo.
Non aveva nemmeno un titolo: la protagonista era Ermione, la “sconosciutissima”
figlia della regina Elena di Troia. L’ho mollato lì dopo appena 17 pagine. Ma non era male
l’incipit! Ce l’ho ancora da qualche parte tra le mie infinite scartoffie. Era
scritto a macchina, una bella Olivetti “Valentina” rossa.
3. Parlaci del tuo romanzo d' esordio, Il Corvo e lo Scorpione.
Heee be’… è la mia creatura (creaturina) e quindi, come le mamme con i propri
piccoli, ne sono fiera a prescindere… Anche solo per il fatto che sia scaturito
dalla mia testolina, e poi mi sono divertita molto a scriverlo. L’ho iniziato a
Dublino nel 2004, ho proseguito pian pianino da quando sono tornata a Milano,
fino a quando finalmente sono riuscita a terminarlo. Ci ho messo un sacco di tempo
a scriverlo, tra il lavoro che facevo prima, il matrimonio, il master, il “nuovo” lavoro… Parla di
Rowan, una giovane aspirante guerriera e sacerdotessa, che deve affrontare mille
traversie sia per evitare che un potente manoscritto cada nelle mani sbagliate,
sia per scoprire la sua vera identità. Siamo nel I secolo d.C. all’epoca di
Nerone, per intenderci: Britannia, Gallia, Irlanda (Erin), Italia sono i luoghi
fisici in cui si svolge Il corvo e lo scorpione, e poi ce n’è un altro che
interviene a volte nel romanzo per dare quel tocco di mistero in più… l’Aldilà,
con cui Rowan ha un legame molto speciale…
4. Quali sono le tue autrici/autori preferiti?
Terry Brooks con la saga di Shannara mi ha aperto un altro mondo, Marion Zimmer
Bradley l’ho adorata per “Le nebbie di Avalon” e “La Torcia”, Pat O’Shea per “La
pietra del vecchio pescatore”, e poi Michael Ende per la storia infinita,
Stephen King, “IT”, Anne Rice, “L’ora delle streghe”. Gary Jennings: il suo
“Predatore” per me è stato vero amore! Un romanzo perfetto. Quindi, come vedi,
forse ho dei libri preferiti più che degli autori del cuore.
5. Se dovessi suggerire ai lettori un motivo per leggere il tuo libro quale
sarebbe?
L’ho scritto di getto, per divertirmi e per cercare di trasferire tra le righe tutta
la magia che credo esista in ogni cosa su questo mondo. Dalle persone che ci
vivono o che ci hanno vissuto, dai luoghi alla loro storia, è permeato, infatti,
da energie che vanno al di là di quello che si vede. Solo certe persone sanno
coglierle. Altre ancora le sanno utilizzare. La cosa speciale, per cominciare, è crederci.
Il mio romanzo è un invito a farlo. È un intreccio tra storia realmente accaduta, e storia
inventata, tra mondo materiale e ultraterreno. Tra fantasia e realtà. E perché
non potrebbero esistere entrambe? Per lo stesso motivo che do ai lettori per
leggere “Il corvo e lo scorpione”: perché no?
Grazie per essere stata mia ospite e un caloroso abbraccio.
lettori?
Grazie Francy, volentieri! Sono nata a Milano, 36 anni fa: maturità classica, una
laurea in pubbliche relazioni e un master in copywriting. Da 6 anni sono sposata
con Mario, abbiamo un simpaticissimo Jack Russel “pazzo”, Frankie, e di lavoro
faccio la copywriter. Adoro i cavalli, gli animali in generale, dipingere e…
scrivere!
2. Come e quando è iniziata la tua passione per la scrittura?
Da bambina mi divertivo a inventare storie fantastiche, con protagonisti i soliti
personaggi fuori dal comune: maghi, fate, folletti, creature dotate di poteri
straordinari… Di sicuro mi erano di ispirazione le favole che mio papà mi
raccontava per farmi addormentare, come quelle di Le mille e una notte, di
Andersen e di Walt Disney. Ma i miei primi tentativi di scrittura non sono stati racconti,
bensì poesie. Poi a 13 anni ho iniziato la mia prima stesura di un romanzo.
Non aveva nemmeno un titolo: la protagonista era Ermione, la “sconosciutissima”
figlia della regina Elena di Troia. L’ho mollato lì dopo appena 17 pagine. Ma non era male
l’incipit! Ce l’ho ancora da qualche parte tra le mie infinite scartoffie. Era
scritto a macchina, una bella Olivetti “Valentina” rossa.
3. Parlaci del tuo romanzo d' esordio, Il Corvo e lo Scorpione.
Heee be’… è la mia creatura (creaturina) e quindi, come le mamme con i propri
piccoli, ne sono fiera a prescindere… Anche solo per il fatto che sia scaturito
dalla mia testolina, e poi mi sono divertita molto a scriverlo. L’ho iniziato a
Dublino nel 2004, ho proseguito pian pianino da quando sono tornata a Milano,
fino a quando finalmente sono riuscita a terminarlo. Ci ho messo un sacco di tempo
a scriverlo, tra il lavoro che facevo prima, il matrimonio, il master, il “nuovo” lavoro… Parla di
Rowan, una giovane aspirante guerriera e sacerdotessa, che deve affrontare mille
traversie sia per evitare che un potente manoscritto cada nelle mani sbagliate,
sia per scoprire la sua vera identità. Siamo nel I secolo d.C. all’epoca di
Nerone, per intenderci: Britannia, Gallia, Irlanda (Erin), Italia sono i luoghi
fisici in cui si svolge Il corvo e lo scorpione, e poi ce n’è un altro che
interviene a volte nel romanzo per dare quel tocco di mistero in più… l’Aldilà,
con cui Rowan ha un legame molto speciale…
4. Quali sono le tue autrici/autori preferiti?
Terry Brooks con la saga di Shannara mi ha aperto un altro mondo, Marion Zimmer
Bradley l’ho adorata per “Le nebbie di Avalon” e “La Torcia”, Pat O’Shea per “La
pietra del vecchio pescatore”, e poi Michael Ende per la storia infinita,
Stephen King, “IT”, Anne Rice, “L’ora delle streghe”. Gary Jennings: il suo
“Predatore” per me è stato vero amore! Un romanzo perfetto. Quindi, come vedi,
forse ho dei libri preferiti più che degli autori del cuore.
5. Se dovessi suggerire ai lettori un motivo per leggere il tuo libro quale
sarebbe?
L’ho scritto di getto, per divertirmi e per cercare di trasferire tra le righe tutta
la magia che credo esista in ogni cosa su questo mondo. Dalle persone che ci
vivono o che ci hanno vissuto, dai luoghi alla loro storia, è permeato, infatti,
da energie che vanno al di là di quello che si vede. Solo certe persone sanno
coglierle. Altre ancora le sanno utilizzare. La cosa speciale, per cominciare, è crederci.
Il mio romanzo è un invito a farlo. È un intreccio tra storia realmente accaduta, e storia
inventata, tra mondo materiale e ultraterreno. Tra fantasia e realtà. E perché
non potrebbero esistere entrambe? Per lo stesso motivo che do ai lettori per
leggere “Il corvo e lo scorpione”: perché no?
Grazie per essere stata mia ospite e un caloroso abbraccio.
Da "Il flauto di Pan"
Benvenuta Francesca! Per cominciare ti va di
presentarti ai nostri lettori?
Grazie Miriam! Ho 36
anni, sono nata a Milano dove vivo con mio marito Mario, e lavoro in un’agenzia
di pubblicità: sono una copywriter e quindi fortunata, perché per l’80% della
mia giornata… scrivo! Con quest’anno, a dire il vero, torno freelance poiché ho
in mente un po’ di progetti che, altrimenti, non riuscirei nemmeno a
iniziare.
Quando e perché hai cominciato a scrivere?
Mi è sempre piaciuto scrivere; ero una di quelle ragazzine che adoravano il tema
in classe! A 11 anni avevo iniziato la stesura di un racconto, a penna su un quaderno a righe:
una ragazzina, Tracy, veniva inghiottita non ricordo esattamente come, nello stile
di Alice nel Paese delle Meraviglie, in un mondo parallelo dove personaggi reali
convivevano con quelli di fumetti e cartoni animati. Poi a 13 anni ci avevo
riprovato con un “romanzo” mai finito dove la protagonista era Ermione, la figlia
molto poco conosciuta di Elena di Troia. Mi sono fermata
alla diciassettesima pagina scritta a macchina. Di poesie ne ho scritte tante, e
queste giuro che le ho finite tutte, ma la maggior parte le ho tenute per me…
Il corvo e lo scorpione. Com’è nata l’idea?
L’idea di una “druidessa guerriera” e della sua avventurosa lotta contro le forze del Male
mi è stata ispirata dalla verde Irlanda, dove ho vissuto per un anno nel 2004, a Dublino.
È stata l’esperienza più “ariosa” della mia vita: sì, a Dublino ho iniziato
proprio a respirare. Voi direte “Naturale… per una abituata all’aria di
Milano…”, ma io parlo di aria come ossigenazione mentale! Di quell’aria piena di
energia che si respira in luoghi particolarmente vivi, positivi, che ti danno la
carica. Là sembrava tutto possibile: anche andare in giro a vendere i miei
disegni di cavalli. A Milano non l’avrei mai fatto, e non avrei mai trovato
gente tanto entusiasta e disponibile nei confronti di chi semplicemente esprime
se stesso. Comunque, per farla breve, mi sono innamorata dell’Irlanda e forse
lei mi ha regalato un po’ della sua magia. Come un bardo ispirato, ho iniziato
perciò a buttar giù 2 righe e poi altre 2 e poi pagine e pagine che alla fine sono diventate Il corvo e lo
scorpione. Nel libro accenno a questo potere di incantare che l’Isola di Smeraldo possiede… Grazie Erin!
Il tuo è un romanzo fantasy ma con una forte connotazione storica. Quali difficoltà
hai dovuto fronteggiare nel trovare un punto di incontro tra realtà e fantasia?
Ho cercato di rispettare le date, gli avvenimenti storici, perché credo che un libro,
a meno che non sia puramente fantasy, abbia il dovere di dire al lettore sempre la verità.
Per questo ho dovuto, ed è stato un piacere, documentarmi molto sia sui personaggi
realmente vissuti che compaiono nella storia, sia sui luoghi, le battaglie, le
religioni. Devo dire che mi sono stati di grande aiuto i libri inglesi che
trattano, in modo più approfondito ed esaustivo di quelli italiani, i temi
legati all’impero romano. Anche i documentari inglesi su questo argomento sono
eccezionali. Un grazie particolare alla Libreria militare di Milano, dove ho
trovato libri veramente belli sulla religione dei Celti, dei Romani, sull’arte
militare degli uni e degli altri, sulle credenze, la mitologia… Non è stato
difficile, poi, fare incontrare storia e invenzione. Anzi, è stato più naturale
che mai… sai quando si dice che a volte la realtà supera la fantasia?
Dal tuo libro emerge un grande interesse per la cultura celtica. A cosa si deve
questa passione?
Al fatto che moltissime delle creature fantastiche che conosciamo, come fate, folletti,
draghi… e stereotipi di nobiltà come i Cavalieri della Tavola Rotonda, eroi coraggiosi che
affrontano immani pericoli pur di conquistare l’amore o per far sì che il Bene
trionfi sul Male, o per ritrovare oggetti dal potere magico come il Santo Graal,
affondano le loro origini nel mito celtico.
È un mondo affascinante e misterioso: così ricco sia di fantasia che di grandi ideali…
Ne sono stata conquistata da bambina, la prima volta che ho sentito parlare di re Artù, e poi
ho letto della fata Morgana e del saggio Merlino. E adesso, da grande sono
ancora sotto il suo incantesimo e di tutto ciò che lo riguarda. Vorrei che si
tornasse, oggi, ad avere questi ideali ormai solo leggendari, e quel legame così
stretto con la natura… Abracadabra!
Benché fisicamente assente nello svolgersi dei principali avvenimenti, Nerone è un
personaggio chiave del romanzo. Ti va di parlarcene?
Qualcuno forse rabbrividirà a quello che sto per dire, ma a me la figura di Nerone non
dispiace. Da quello che ho letto, mi sono sempre più convinta che non fosse
semplicemente il cattivo della fiaba. Anzi, credo che sia stato un uomo sì
stravagante ed egocentrico, ma anche molto intelligente e di ampie
vedute. La storia di Roma è costellata di ingiustizie, terribili misfatti,
intrighi e vendette, che tra l’altro non vanno lontano dalla realtà di oggi
(politica e non) sia italiana che del resto del mondo… e di sicuro Nerone non ne
sarà stato il maggior esponente. Solo che è stato particolarmente demonizzato
dalla Chiesa, vedi le accuse sull’incendio di Roma con la conseguente strage dei
Cristiani. No. Penso che questo, di Nerone sia solo il rovescio di una medaglia.
Nel libro ha una grande importanza , come dici tu, anche se non compare mai in
prima persona: ho immaginato che come tanti potenti della Terra, anche lui fosse
affascinato dall’occulto, dalla ricerca delle “reliquie” dal potere e dalla
provenienza misteriosi. E senza questa sua curiosità, se non vogliamo chiamarla
smania, l’avventura di Rowan non sarebbe nemmeno cominciata. L’Odissea si
sarebbe conclusa, purtroppo, molto prima se Odisseo non fosse stato così curioso…
Il Principe Oscuro, invece, è uno dei personaggi più enigmatici e affascinanti. Fa
battere il cuore a Rowan quanto a chi legge. Cosa puoi svelarci sulla sua genesi?
Sono felice di sapere che ha fatto battere il cuore anche a te! La sua genesi… Lui è
l’essenza di Principe Azzurro che credo ogni donna desideri: e cioè non così
azzurro. Colui che, nonostante i tuoi difetti, nonostante le tue scelte, nonostante gli altri
e il mondo là fuori, sai che sarà sempre accanto a te: perché è legato indissolubilmente a te,
ti è predestinato. Questo non vuole dire che non dovrai fare nulla per
conquistare la sua stima e la sua devozione. Semplicemente, sapere che lui per
te c’è e ti sostiene anche quando non lo vedi ti dà coraggio in ciò che fai, e
ti rende migliore ogni giorno. E poi Lui non è così facile da “toccare”,
altrimenti il desiderio di averlo accanto non sarebbe così potente. Penso che il
Principe Oscuro sia quello che non ti stanca mai perché non lo conosci fino in
fondo… che è sempre presente, ma anche un po’ sfuggente… che, insomma, è Lui
solamente se rimane un sogno. Come vedi la faccenda diventa tortuosa, e sarebbe
da aprire una grande parentesi sulla psicologia femminile… Meglio non complicare
le cose! Anzi: perché non apri una specie di rubrica sul tuo blog “Chi è il tuo
Principe Oscuro?” o “Com’è il tuo Principe Oscuro ideale”?
Se, come Rowan, ti trovassi a possedere un libro prezioso quanto pericoloso al pari
dell’Uroburo come reagiresti? Saresti tentata di aprirlo per scoprirne i segreti
o il tuo primo istinto sarebbe quello di proteggerlo da chi potrebbe farne
cattivo uso?
Sicuramente, potendo, lo aprirei tanto per cominciare! Se poi non capissi nulla di quello che c’è
scritto, lo custodirei al sicuro da occhi indiscreti e da possibili pericoli.
Molto imprudentemente, forse, cercherei qualcuno per farmi dire cosa racchiude.
E se nel frattempo mi si presentasse qualcuno, di saggio e anche bello pronto a
insegnarmi ogni riga e ogni pagina del manoscritto… Ma questo mi ricorda qualcosa!
A chi e perché consiglieresti la lettura del tuo libro?
A chi ama l’avventura, la fantasia e anche la storia. A chi ricerca il fantastico nel quotidiano,
a chi desidera evadere dalla realtà immergendosi in un mondo inaspettato e che fa
pensare… a chi, credendoci, è un portatore di lealtà, eroismo e di sana fantasia.
E che per questo potrebbe assomigliare alla protagonista del romanzo: un “Guerriero della Luce”.
l Corvo e lo scorpione è il tuo romanzo di esordio. È stato facile trovare un
editore che lo pubblicasse?
Assolutamente no!
Ovvero, ho trovato subito editori a pagamento… Poi anche una casa editrice,
abbastanza conosciuta, che a prima vista non lo è, ma che quando mi ha inviato
il contratto si è praticamente svelata tale. Poi il libro è stato in stand-by
presso un’agenzia letteraria, alla quale si appoggia una delle più grandi case
editrici italiane, e che dopo più di un anno in cui mi aveva fatto ben sperare
visti i tanti ok e apprezzamenti, è letteralmente scomparsa. Intanto avevo già
contattato la Rogiosi che ha creduto nel libro e lo ha portato alla luce.
Qual è il tuo rapporto con la lettura? Ci sono degli autori a cui ti ispiri o che ami
particolarmente?
Amo leggere, e purtroppo negli ultimi anni non ho letto quanto avrei voluto…
per mancanza di tempo. Immaginati arrivare a casa tutte le sere tardissimo,
avere giusto il tempo di preparare la cena, divorartela magari guardando un film che
ormai è verso la fine e raggiungere il letto per
svenirci… Ecco: così, per terminare un libro, di media mi ci vuole un mese e mezzo.
Ora ho sul comodino Imperium di Harris, molto intrigante: parla della vita di Cicerone
raccontata dal suo schiavo particolare Tirone. In coda ho Le notti di
Salem di Stephen King (IT mi è piaciuto da pazzi) che devo restituire a
un’amica che me lo ha prestato, e poi il tuo, Miriam, Il mistero dei libri
perduti! Sono cresciuta con Omero, l’Iliade e l’Odissea e con Le mille e una Notte, i
romanzi di Salgari, poi di Marion Zimmer Bradley, Anne Rice, Terry Brooks,
Michael Ende, Hesse, Manfredi, Ken Follett, Severin, Arturo Pérez-Reverte, ho
adorato La pietra del vecchio pescatore di Pat O’Shea, Gary Jennings e il suo predatore:
Thorn è il personaggio che forse più mi ha conquistato tra tutti i libri che ho letto!
Hai altri libri in cantiere? Quali i tuoi progetti per il prossimo futuro?
Sto lavorando alla seconda avventura di Rowan di Erin. Si svolgerà in luoghi molto diversi
da quelli de Il corvo e lo scorpione, ma altrettanto mistici e affascinanti.
Si tratterà di un’altra grande prova per la giovane druidessa guerriera, per
certi versi ancora più ardua della precedente, e più introspettiva. Ho già in
mente il titolo: Il sentiero del serpente. Per il futuro più prossimo perciò dovrò studiare molto,
proprio per dare il meglio di me in questo secondo ambizioso progetto. Non voglio deludere i miei
lettori, e si dice che il secondo libro sia più importante del primo…
Poi vorrei aprire un blog/sito, che sia un contenitore di idee di viaggio e per la casa, ma non solo:
per evadere in generale dalla quotidianità… per rendere ogni giorno una specie
di evento. E naturalmente continuerò a fare la copywriter!
presentarti ai nostri lettori?
Grazie Miriam! Ho 36
anni, sono nata a Milano dove vivo con mio marito Mario, e lavoro in un’agenzia
di pubblicità: sono una copywriter e quindi fortunata, perché per l’80% della
mia giornata… scrivo! Con quest’anno, a dire il vero, torno freelance poiché ho
in mente un po’ di progetti che, altrimenti, non riuscirei nemmeno a
iniziare.
Quando e perché hai cominciato a scrivere?
Mi è sempre piaciuto scrivere; ero una di quelle ragazzine che adoravano il tema
in classe! A 11 anni avevo iniziato la stesura di un racconto, a penna su un quaderno a righe:
una ragazzina, Tracy, veniva inghiottita non ricordo esattamente come, nello stile
di Alice nel Paese delle Meraviglie, in un mondo parallelo dove personaggi reali
convivevano con quelli di fumetti e cartoni animati. Poi a 13 anni ci avevo
riprovato con un “romanzo” mai finito dove la protagonista era Ermione, la figlia
molto poco conosciuta di Elena di Troia. Mi sono fermata
alla diciassettesima pagina scritta a macchina. Di poesie ne ho scritte tante, e
queste giuro che le ho finite tutte, ma la maggior parte le ho tenute per me…
Il corvo e lo scorpione. Com’è nata l’idea?
L’idea di una “druidessa guerriera” e della sua avventurosa lotta contro le forze del Male
mi è stata ispirata dalla verde Irlanda, dove ho vissuto per un anno nel 2004, a Dublino.
È stata l’esperienza più “ariosa” della mia vita: sì, a Dublino ho iniziato
proprio a respirare. Voi direte “Naturale… per una abituata all’aria di
Milano…”, ma io parlo di aria come ossigenazione mentale! Di quell’aria piena di
energia che si respira in luoghi particolarmente vivi, positivi, che ti danno la
carica. Là sembrava tutto possibile: anche andare in giro a vendere i miei
disegni di cavalli. A Milano non l’avrei mai fatto, e non avrei mai trovato
gente tanto entusiasta e disponibile nei confronti di chi semplicemente esprime
se stesso. Comunque, per farla breve, mi sono innamorata dell’Irlanda e forse
lei mi ha regalato un po’ della sua magia. Come un bardo ispirato, ho iniziato
perciò a buttar giù 2 righe e poi altre 2 e poi pagine e pagine che alla fine sono diventate Il corvo e lo
scorpione. Nel libro accenno a questo potere di incantare che l’Isola di Smeraldo possiede… Grazie Erin!
Il tuo è un romanzo fantasy ma con una forte connotazione storica. Quali difficoltà
hai dovuto fronteggiare nel trovare un punto di incontro tra realtà e fantasia?
Ho cercato di rispettare le date, gli avvenimenti storici, perché credo che un libro,
a meno che non sia puramente fantasy, abbia il dovere di dire al lettore sempre la verità.
Per questo ho dovuto, ed è stato un piacere, documentarmi molto sia sui personaggi
realmente vissuti che compaiono nella storia, sia sui luoghi, le battaglie, le
religioni. Devo dire che mi sono stati di grande aiuto i libri inglesi che
trattano, in modo più approfondito ed esaustivo di quelli italiani, i temi
legati all’impero romano. Anche i documentari inglesi su questo argomento sono
eccezionali. Un grazie particolare alla Libreria militare di Milano, dove ho
trovato libri veramente belli sulla religione dei Celti, dei Romani, sull’arte
militare degli uni e degli altri, sulle credenze, la mitologia… Non è stato
difficile, poi, fare incontrare storia e invenzione. Anzi, è stato più naturale
che mai… sai quando si dice che a volte la realtà supera la fantasia?
Dal tuo libro emerge un grande interesse per la cultura celtica. A cosa si deve
questa passione?
Al fatto che moltissime delle creature fantastiche che conosciamo, come fate, folletti,
draghi… e stereotipi di nobiltà come i Cavalieri della Tavola Rotonda, eroi coraggiosi che
affrontano immani pericoli pur di conquistare l’amore o per far sì che il Bene
trionfi sul Male, o per ritrovare oggetti dal potere magico come il Santo Graal,
affondano le loro origini nel mito celtico.
È un mondo affascinante e misterioso: così ricco sia di fantasia che di grandi ideali…
Ne sono stata conquistata da bambina, la prima volta che ho sentito parlare di re Artù, e poi
ho letto della fata Morgana e del saggio Merlino. E adesso, da grande sono
ancora sotto il suo incantesimo e di tutto ciò che lo riguarda. Vorrei che si
tornasse, oggi, ad avere questi ideali ormai solo leggendari, e quel legame così
stretto con la natura… Abracadabra!
Benché fisicamente assente nello svolgersi dei principali avvenimenti, Nerone è un
personaggio chiave del romanzo. Ti va di parlarcene?
Qualcuno forse rabbrividirà a quello che sto per dire, ma a me la figura di Nerone non
dispiace. Da quello che ho letto, mi sono sempre più convinta che non fosse
semplicemente il cattivo della fiaba. Anzi, credo che sia stato un uomo sì
stravagante ed egocentrico, ma anche molto intelligente e di ampie
vedute. La storia di Roma è costellata di ingiustizie, terribili misfatti,
intrighi e vendette, che tra l’altro non vanno lontano dalla realtà di oggi
(politica e non) sia italiana che del resto del mondo… e di sicuro Nerone non ne
sarà stato il maggior esponente. Solo che è stato particolarmente demonizzato
dalla Chiesa, vedi le accuse sull’incendio di Roma con la conseguente strage dei
Cristiani. No. Penso che questo, di Nerone sia solo il rovescio di una medaglia.
Nel libro ha una grande importanza , come dici tu, anche se non compare mai in
prima persona: ho immaginato che come tanti potenti della Terra, anche lui fosse
affascinato dall’occulto, dalla ricerca delle “reliquie” dal potere e dalla
provenienza misteriosi. E senza questa sua curiosità, se non vogliamo chiamarla
smania, l’avventura di Rowan non sarebbe nemmeno cominciata. L’Odissea si
sarebbe conclusa, purtroppo, molto prima se Odisseo non fosse stato così curioso…
Il Principe Oscuro, invece, è uno dei personaggi più enigmatici e affascinanti. Fa
battere il cuore a Rowan quanto a chi legge. Cosa puoi svelarci sulla sua genesi?
Sono felice di sapere che ha fatto battere il cuore anche a te! La sua genesi… Lui è
l’essenza di Principe Azzurro che credo ogni donna desideri: e cioè non così
azzurro. Colui che, nonostante i tuoi difetti, nonostante le tue scelte, nonostante gli altri
e il mondo là fuori, sai che sarà sempre accanto a te: perché è legato indissolubilmente a te,
ti è predestinato. Questo non vuole dire che non dovrai fare nulla per
conquistare la sua stima e la sua devozione. Semplicemente, sapere che lui per
te c’è e ti sostiene anche quando non lo vedi ti dà coraggio in ciò che fai, e
ti rende migliore ogni giorno. E poi Lui non è così facile da “toccare”,
altrimenti il desiderio di averlo accanto non sarebbe così potente. Penso che il
Principe Oscuro sia quello che non ti stanca mai perché non lo conosci fino in
fondo… che è sempre presente, ma anche un po’ sfuggente… che, insomma, è Lui
solamente se rimane un sogno. Come vedi la faccenda diventa tortuosa, e sarebbe
da aprire una grande parentesi sulla psicologia femminile… Meglio non complicare
le cose! Anzi: perché non apri una specie di rubrica sul tuo blog “Chi è il tuo
Principe Oscuro?” o “Com’è il tuo Principe Oscuro ideale”?
Se, come Rowan, ti trovassi a possedere un libro prezioso quanto pericoloso al pari
dell’Uroburo come reagiresti? Saresti tentata di aprirlo per scoprirne i segreti
o il tuo primo istinto sarebbe quello di proteggerlo da chi potrebbe farne
cattivo uso?
Sicuramente, potendo, lo aprirei tanto per cominciare! Se poi non capissi nulla di quello che c’è
scritto, lo custodirei al sicuro da occhi indiscreti e da possibili pericoli.
Molto imprudentemente, forse, cercherei qualcuno per farmi dire cosa racchiude.
E se nel frattempo mi si presentasse qualcuno, di saggio e anche bello pronto a
insegnarmi ogni riga e ogni pagina del manoscritto… Ma questo mi ricorda qualcosa!
A chi e perché consiglieresti la lettura del tuo libro?
A chi ama l’avventura, la fantasia e anche la storia. A chi ricerca il fantastico nel quotidiano,
a chi desidera evadere dalla realtà immergendosi in un mondo inaspettato e che fa
pensare… a chi, credendoci, è un portatore di lealtà, eroismo e di sana fantasia.
E che per questo potrebbe assomigliare alla protagonista del romanzo: un “Guerriero della Luce”.
l Corvo e lo scorpione è il tuo romanzo di esordio. È stato facile trovare un
editore che lo pubblicasse?
Assolutamente no!
Ovvero, ho trovato subito editori a pagamento… Poi anche una casa editrice,
abbastanza conosciuta, che a prima vista non lo è, ma che quando mi ha inviato
il contratto si è praticamente svelata tale. Poi il libro è stato in stand-by
presso un’agenzia letteraria, alla quale si appoggia una delle più grandi case
editrici italiane, e che dopo più di un anno in cui mi aveva fatto ben sperare
visti i tanti ok e apprezzamenti, è letteralmente scomparsa. Intanto avevo già
contattato la Rogiosi che ha creduto nel libro e lo ha portato alla luce.
Qual è il tuo rapporto con la lettura? Ci sono degli autori a cui ti ispiri o che ami
particolarmente?
Amo leggere, e purtroppo negli ultimi anni non ho letto quanto avrei voluto…
per mancanza di tempo. Immaginati arrivare a casa tutte le sere tardissimo,
avere giusto il tempo di preparare la cena, divorartela magari guardando un film che
ormai è verso la fine e raggiungere il letto per
svenirci… Ecco: così, per terminare un libro, di media mi ci vuole un mese e mezzo.
Ora ho sul comodino Imperium di Harris, molto intrigante: parla della vita di Cicerone
raccontata dal suo schiavo particolare Tirone. In coda ho Le notti di
Salem di Stephen King (IT mi è piaciuto da pazzi) che devo restituire a
un’amica che me lo ha prestato, e poi il tuo, Miriam, Il mistero dei libri
perduti! Sono cresciuta con Omero, l’Iliade e l’Odissea e con Le mille e una Notte, i
romanzi di Salgari, poi di Marion Zimmer Bradley, Anne Rice, Terry Brooks,
Michael Ende, Hesse, Manfredi, Ken Follett, Severin, Arturo Pérez-Reverte, ho
adorato La pietra del vecchio pescatore di Pat O’Shea, Gary Jennings e il suo predatore:
Thorn è il personaggio che forse più mi ha conquistato tra tutti i libri che ho letto!
Hai altri libri in cantiere? Quali i tuoi progetti per il prossimo futuro?
Sto lavorando alla seconda avventura di Rowan di Erin. Si svolgerà in luoghi molto diversi
da quelli de Il corvo e lo scorpione, ma altrettanto mistici e affascinanti.
Si tratterà di un’altra grande prova per la giovane druidessa guerriera, per
certi versi ancora più ardua della precedente, e più introspettiva. Ho già in
mente il titolo: Il sentiero del serpente. Per il futuro più prossimo perciò dovrò studiare molto,
proprio per dare il meglio di me in questo secondo ambizioso progetto. Non voglio deludere i miei
lettori, e si dice che il secondo libro sia più importante del primo…
Poi vorrei aprire un blog/sito, che sia un contenitore di idee di viaggio e per la casa, ma non solo:
per evadere in generale dalla quotidianità… per rendere ogni giorno una specie
di evento. E naturalmente continuerò a fare la copywriter!